Bio Passionis
Matteo Peirone , vive da alcuni anni a Noli, splendido paese , antica repubblica marinara, posto , al riparo dai venti e dalle mareggiate di libeccio,in un golfo, tra Savona e Imperia.
A Noli da alcuni anni si occupa di musica avendo ideato il Noli Musica Festival .
Sempre a Noli da alcuni anni ha realizzato un suo piccolo sogno: l’acquisto di un piccolo terreno affacciato sul mare , a pochi passi dal castello, dove coltiva una settantina di alberi di olive taggiasche, da cui produce e regala “Il Magnifico” extra vergine di Noli. Un suo piccolo e grande orgoglio.
Il canto è stata una vera sorpresa che lo ha colto, sulla “via di Damasco”, dopo la laurea. Per cui ha avuto il tempo, prima di immergersi nel mondo dell’Opera di conoscere anche altre cose: un po’ di “vizi umani e valori”.
Ha fatto Obiezione di coscienza al servizio militare ed effettuato il Servizio civile in provincia di Bergamo.
Ha frequentato Lettere Classiche: l’Università prediletta da suo padre. “Pinotto” Peirone: valente intellettuale e grecista e personaggio noto a Savona per il suo “celebre” “Caffè ,vero nettare dei re…”, che lo lasciò a soli 19 anni e che per primo lo introdusse alle armonie della poesia, del pensiero e della musica (Mozart su tutti).
Nell’Università di Genova, ritrovò un padre intellettuale , Umberto Albini, fraterno amico di “Pinotto”, che lo guidò fino alla Laurea , dando spazio alla sua smania di “sincretismo” tra antico e moderno.
Con il Professor Albini discusse la sua tesi di laurea sulla Musica Greca antica traducendo un trattato di scuola aristossenica: “L’Isagoge Armonica” di Cleonide dove si intravvedono già le teorie del temperamento bachiano.
Ma Matteo non è mai stato un “secchione”: ben se ne ricordano al Liceo Classico Chiabrera di Savona dove alcuni suoi scherzi e stravaganze, intollerante di ordini e discipline imposte, hanno fatto epoca...
Negli ultimi anni del Classico – non sul palcoscenico- conosce Linda , sua compagna di vita e, anche, di carriera.
Vera musa ispiratrice di tante scelte, Linda Campanella , già pianista, lo guida con la sua dolcezza e disciplina, sulle strade del canto.
Si iscrivono insieme alla scuola di canto di Franca Mattiucci a Tortona.
Attualmente passano una parte della vita a cantare e, siccome lo fanno di rado insieme, l’altra parte ad “inseguirsi” in giro per il mondo.
Non solo musica classica e lirica: Matteo ama il rock e ha cantato in alcuni gruppi folk: Irish Pub e Myrddin, con cui ha fatto un paio di indimenticabili tournèe in Scozia.
E poi alcune scelte “stravaganti”: dopo la laurea è stato imbarcato alcuni mesi su un peschereccio che praticava, con orari antelucani, la pesca della sciabica e spesso, nelle difficoltà dell’attuale vita professionale, ne ricorda i sacrifici e le grazie.
Appassionatissimo della montagna, facendo così onore alle origini della mamma Nietta, friulana di Pontebba, tuttora , appena libero, corre sui monti o sulle piste di sci. Ultimamente soprattutto a Gressoney sotto (ma spesso sopra….) il Monte Rosa.
Infine lo sport: ha giocato per tanti anni a Rugby: lo sport più autentico e totale, vera palestra di vita e di valori, le cui analogie con il palcoscenico e la maniera con cui affrontare le ansie “prima della prima” , sono notevoli.
Ultimamente si dedica alla corsa : partecipa e finisce la Maratona di Roma e la Rigantoca di Genova e nel 2014 corre e finisce la Maratona di Parigi come "testimonial" dell'Opera Bastille. Delle città in giro per il mondo, conosce, oltre ai teatri e ai musei (ormai potrebbe fare la guida turistica....) , anche i parchi e le palestre.
Finiamo con la solidarietà: Matteo, dopo un terribile periodo passato nella rianimazione del San Martino di Genova, è presidente dell’ASSFAD: onlus savonese che si occupa di solidarietà, cura e prevenzione delle malattie del fegato e dell’apparato digerente.
Ogni anno la “Giornata dell’ASSFAD” richiama al Teatro Chiabrera di Savona molti amici artisti e musicisti
E la professione?
Matteo sa di avere una fortuna: quella di regalare “sorrisi”.
E cerca di onorarla con coscienza e allegria.
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